Il grattacielo di Rimini: dallo studio della sua costruzione ad ipotesi di riqualificazione.

La tesi prende avvio dalla constatazione che molti edifici italiani alti del secondo Dopoguerra, anche quelli più iconici e famosi, soffrono di carenze funzionali e costituiscono ad oggi un patrimonio difficile da gestire. L’oggetto dello studio è il grattacielo di Rimini (1958), tra i più alti dell’Emilia Romagna (27 piani) e simbolo della città balneare. La tesi è stata l’occasione per conoscere le caratteristiche architettoniche e tecnologiche di questo edificio, partendo dai documenti progettuali d’archivio e proseguendo l’analisi attraverso indagini sul campo. L’edificio, dopo un periodo di fulgore, ha subito un lento degrado, che ha visto il punto più critico una decina di anni fa, con difficili situazioni dal punto di vista sociale. Dopo la crisi economica tuttavia l’edificio, anche per l’abbassamento dei prezzi degli alloggi, ha visto una certa rinascita ed è tuttora abitato da molte persone durante tutto l’anno, anche giovani e professionisti. Recentemente è stato sostituito l’impianto di riscaldamento, ma sono ancora evidenti segni di degrado nelle facciate, accompagnati da problemi legati alla sicurezza strutturale e alla prestazione energetica dell’involucro. L’obiettivo della tesi è stato quindi quello di trovare delle strategie per riqualificare l’edificio dal punto di vista energetico, cogliendo l’opportunità di rinnovarlo anche per l’aspetto estetico; una sorta di nuovo look dell’involucro. L’esito della tesi è un progetto architettonico a livello preliminare, ma alla fine sono presenti valutazioni di tipo economico riguardo ai costi globali di riqualificazione e manutenzione/gestione in un previsto ciclo di vita di trent’anni.​